11 Brand FW26: le rivelazioni che stanno riscrivendo le regole del fashion commerce

Il mercato moda sta cambiando. Heritage, hype e nuove regole si intrecciano in un ecosistema sempre più complesso, dove non basta seguire i trend: serve anticiparli.

 

Abbiamo analizzato 11 brand chiave della stagione Fall/Winter ’26 per capire chi sta guidando il cambiamento e quali strategie stanno funzionando oggi tra storytelling, omnicanalità e community-driven commerce.

 

Questa è un’anteprima.La guida completa? La scarichi in fondo.

 

 

1. Heritage che incontra l’innovazione

 

I grandi brand storici hanno scelto la strada più difficile: reinventarsi senza tradire la propria identità.

  • Max Mara sta ridefinendo il concetto di lusso soft con un approccio “figitale”: oltre 300 boutique in Cina integrate a piattaforme come WeChat e Xiaohongshu, unendo retail fisico ed esperienze digitali in un unico ecosistema.

  • Barbour trasforma la tradizione in hype: collaborazioni con Gucci, Alexa Chung e Ganni hanno reso virali le sue giacche cerate vintage su TikTok, portando un +20% YoY di fatturato.

  • Woolrich punta a un’espansione globale grazie all’accordo con Baoxiniao Holding e capsule streetwear pensate per intercettare un pubblico giovane, mantenendo però il suo heritage premium intatto.

 

 

 

 

 

 

 

2. L’ascesa dei brand community-first

 

C’è chi non vende prodotti, ma identità.Marchi emergenti che hanno saputo costruire community fortissime prima ancora di pensare alla distribuzione.

  • Fivefourfive ha trasformato 540K follower in una macchina da hype: capsule mensili sold out in poche ore, oltre 6,1 milioni di dollari di ricavi e una crescita prevista del +40% nel 2025.

  • Springa non fa sneaker, costruisce storie uniche: materiali upcycled, tecniche artigianali e drops limitati che creano desiderabilità istantanea.

  • Puraai, brand giapponese, porta avanti una filosofia radicale: sneaker 100% vegan, certificate PETA, con un posizionamento chiaro e una community eco-conscious sempre più solida.

 

 

 

 

 

 

 

 

3. Outsider e nuove regole da Pitti Uomo

 

Il cambiamento arriva anche dagli outsider: talenti emergenti che stanno già ridefinendo i confini tra moda, arte e tecnologia.

  • Post Archive Faction (PAF) → design sudcoreano radicale, funzionalità estrema e sperimentazione tessile.

  • Children of the Discordance → layering, upcycling e contaminazioni street per una narrazione visiva che conquista il resale.

  • Niccolò Pasqualetti → approccio scultoreo e sartorialità organica, un nome che Vogue Italia ha già inserito tra i talenti da osservare.

 

 

 

 

 

 

 

 

4. Cosa ci insegnano questi 11 brand

 

La FW26 racconta un equilibrio nuovo:

  • unicità come leva strategica.

  • community come motore di crescita.

  • digitale come spazio di sperimentazione.

 

Non è più tempo di seguire le tendenze: i brand che stanno vincendo le creano.

 

 

 

 

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